
La riforma del processo civile della Ministra Cartabia, avvenuta con la legge delega n. 206/2021, ha introdotto una importante novità riguardo alla diffusione della mediazione familiare in Italia, ancora sconosciuta ai più.
Infatti prevede l'obbligo per il giudice, in sede di fissazione della prima udienza, "di informare le parti della possibilità di avvalersi della mediazione familiare."
Si tratta solo di un consiglio, non siamo ancora all'obbligatorietà della Mediazione Familiare, come nel Regno Unito ad esempio, dove, prima di accedere al giudizio in Tribunale, è necessario aver fatto un incontro informativo con un mediatore familiare.
Del resto in altri ambiti, in sede civile, l'obbligatorietà della mediazione è gia stabilita da tempo anche in Italia, quindi avrebbe potuto essere estesa anche alla mediazione familiare.
Ma per questo evidentemente i tempi non sono ancora maturi. Peccato!
Per quanto riguarda invece la figura del mediatore familiare, la legge delega di riforma così dispone:
· che l'attività' professionale del mediatore familiare, la sua formazione, le regole deontologiche e le tariffe applicabili siano regolate secondo quanto previsto dalla legge n. 4/2013;
· che presso ciascun tribunale venga istituito un elenco dei mediatori familiari, iscritti presso le associazioni del settore, tra cui le parti possano scegliere il mediatore;
· che i mediatori familiari siano dotati di adeguata formazione e specifiche competenze nella disciplina giuridica della famiglia, nonché in materia di tutela dei minori e di violenza contro le donne e di violenza domestica, e che i mediatori abbiano l'obbligo di interrompere la loro opera nel caso in cui emerga qualsiasi forma di violenza.
Che dire infine? In un articolo sul Venerdì di Repubblica del 22 aprile 2022 proprio su questo tema ci viene detto che sono soprattutto le coppie più giovani a ricorrere alla mediazione. Anche perché la mediazione comporta costi decisamente più contenuti, e tempi molto più brevi, rispetto al classico percorso in Tribunale.
Ma ci fa riflettere anche sul fatto che forse lo scopo più importante della mediazione, oltre, ovviamente, al raggiungimento di un accordo, sono i suoi effetti sulla relazione tra gli ex partner e di conseguenza sui figli.
Già dalle prime sedute le tensioni si allentano, gradualmente torna la disponibilità all'ascolto e questo permette a entrambi di riflettere sui propri bisogni effettivi, più profondi, sulle esigenze dei figli, spesso sacrificati in nome di rivalse o vendette reciproche.
Non sempre, è ovvio, si arriva ad un accordo, ma anche in questi casi la mediazione comunque ha smosso qualcosa, una nuova possibilità di dialogo è emersa, un seme è stato gettato, un seme che nel tempo può svilupparsi e portare a ulteriori progressi nel percorso di elaborazione della separazione e della consapevolezza di sè, della propria identità e della necessità di lasciare andare l'altro/a ad una nuova vita, nella quale avremo sempre una parte, ma come genitori e non più come partner.
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