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Come si raggiunge un accordo in mediazione familiare

Immagine del redattore: Clara PistolesiClara Pistolesi

Prerequisito indispensabile per la mediazione familiare è la volontarietà e autodeterminazione dei due ex partner.

Questo approccio implica la disponibilità a mettere da parte i motivi di conflitto e recriminazione per volgersi verso il futuro e cercare di collaborare per raggiungere il miglior accordo possibile per ciascuno dei due ma soprattutto per i figli.


Ma come si fa, quando la rabbia acceca e rende sordi ad ogni richiesta?


Compito del mediatore è facilitare il passaggio, spesso per niente facile, da un atteggiamento di rabbia, dispetti, voglia di vendetta ad una maggiore disponibilità all'ascolto dell'altro: questa è la svolta decisiva, quando si riesce ad ascoltare l'altro, a vedere i suoi sguardi, la sua sofferenza allora qualcosa si muove dentro.

Il mediatore lo può fare grazie ad una sapiente capacità di ascolto, di riformulazione e di porre le domande giuste.

Ci vuole empatia, riuscire a mettersi nei panni dell'altro senza identificarsi con l'altro, per cogliere quello che c'è dietro a certe prese di posizione e aiutare la persona ad ammetterlo, prima di tutto a se stessa.

Riconoscere quelli che sono i veri interessi sottostanti le prese di posizione, questo è il passaggio che porta poi, nella gran parte dei casi, con una certa naturalezza all'accordo.


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Clara Pistolesi

Mediatrice Familiare iscritta a A.I.Me.F. - Associazione Italiana Mediatori Familiari

Studio presso Croce Rossa Italiana di Rignano sull'Arno (FI) 

 

per info e appuntamenti:

pistolesimediazionefamiliare@gmail.com

333 6833710 (su WhatsApp)

 

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